Negli anni scorsi la Commissione europea ha introdotto una serie di misure per aumentare il tasso di riciclo negli Stati membri e facilitare la transizione verso “un’economia circolare”: un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui i prodotti di scarto di qualcuno diventano risorse per qualcun altro. Quali sono gli strumenti operativi che l’Italia ha messo in campo per realizzare questa transizione e gestire in modo più efficiente le risorse? Quanta importanza hanno in questo processo le nuove tecnologie?
Questo l’oggetto dell’ incontro con il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo al Polo Tecnologico di Navacchio che dice: “Riutilizzare le materie, ridurre degli sprechi, ripensando la progettazione di un prodotto all’origine in modo che sia riutilizzabile più volte. Sono questi gli elementi che caratterizzano l’economia circolare, il nuovo modello di produzione e consumo non più basato sull’usa e getta.“Per realizzarla non bastano dichiarazioni di intenti e auspici strategici – ha continuato il sottosegretario – bisogna individuare strumenti idonei per orientare il mercato dei produttori e dei consumatori verso prodotti riciclati. Sull’Italia ha detto: “A livello nazionale, con il Collegato Ambientale, il Ministero dell’Ambiente ha già individuato le azioni da attivare tra cui l’applicazione dei Criteri Minimi Ambientali negli appalti pubblici per le forniture di appalti e servizi e la definizione di punteggi premianti per l’utilizzo dei materiali di scarto nell’ambito di accordi e contratti stipulati dal Mise che prevedano l’erogazione di incentivi in favore di attività imprenditoriali di produzione di beni derivanti da materiali riciclati o dal recupero degli scarti provenienti dal disassemblaggio di prodotti complessi. Occorre, infine, rafforzare il Pacchetto Economia Circolare nella parte sugli incentivi, i finanziamenti e la tassazione a partire dal potenziamento dell’istituto della Responsabilità estesa del produttore”.
(Fonte: Ufficio stampa Polo tecnologico Navacchio)